La vacanza senza genitori è un ‘esperienza molto importante che aiuta i figli a crescere ma soprattutto a far sperimentare loro un tipo di “organizzazione” diversa da quella che vive quotidianamente in famiglia. Il ragazzino, al di fuori del nucleo familiare, dove possibilmente è al centro dell’attenzione di tutta la famiglia che lo “vizia”, nel gruppo deve contare maggiormente su di sé: deve trovare una collocazione nel gruppo, fare amicizie, farsi accettare, riuscire a trovare i modi per andare d’accordo, e soprattutto cavarsela nelle situazioni. In linea di massima capire le regole e comportarsi di conseguenza.
Per quei bambini abituati a risolvere piccole situazioni nella vita quotidiana senza ricorrere all’aiuto degli adulti, sicuramente saranno avvantaggiati in quanto possiedono già quelle abilità che li aiutano a contare su loro stessi. Trovano qualche difficoltà invece quei bambini o ragazzi iperprotetti dai genitori e abituati a “delegare” tutto all’adulto . La vacanza diventa una buona occasione per renderli più “autonomi” e soprattutto per dare loro la possibilità di scoprire le proprie capacità sviluppando inoltre fiducia in loro stessi.
Qualche consiglio ai genitori
Innanzitutto bisognerà capire “ come parlarne”. A volte capita che sia il bambino stesso ad avere curiosità e a far domande e proporre l’iniziativa ( perché ne è venuto a conoscenza a scuola o perché qualche suo amico/a fa il campo estivo ecc.) tuttavia se l’idea non viene da lui sarete voi genitori a proporla. Evitando di costringerli, se ne parla in maniera tranquilla e serena, magari portando come esempio l’esperienza di altri familiari: “ sai papà era uno scout e faceva dei campi estivi dove si divertiva molto, oppure “ è una cosa che avrei sempre desirato fare, ma non ne ho avuto l’occasione”. Potrebbe anche essere utile andare in vacanza con un amico o fratello perché ciò riduce l’ansia del distacco dai genitori.
La vacanza oltre ad essere un’esperienza di crescita per i bambini può essere una buona occasione per i genitori per imparare a frenare le proprie paure e ansie e trasmettono ai propri figli.
Telefonate e visite: ammesso che le organizzazioni hanno delle regole interne adatte all’età dei bambini. Sarebbe opportuno “non ossessionare” i figli con telefonate frequenti e visite inaspettate. Tutto ciò non aiuta i vostri figli a rilassare e a godere della situazione che sta vivendo, oltre che aumentare il senso di malinconia. Se il figlio dovesse avere qualche problema sarà il direttore della struttura a chiamare a casa. Per quanto riguarda il cellulare sarebbe ideale lasciarlo a casa ma se proprio non potete farne a meno (perché vi fa stare tranquilli!!) telefonate due/ tre volte alla settimana soprattutto alla sera perché vostro figlio avrà tante cose da raccontarvi.
Età . L’età non è necessariamente un segno di maturità per adattarsi ad una nuova esperienza. Molto dipende dal carattere del bambino , ma soprattutto dal suo minore o maggiore grado di autonomia e quindi di esperienze già fatte ( soggiorni fuori casa con i genitori o, con fratelli o da solo). In generale i bambini pronti a questa esperienza sono quelli tra gli 8 e gli 11 anni.
Gradualità dei tempi. Bisogna rispettare i tempi pensando che 7/10 giorni è il tempo ideale per i bambini che vanno in vacanza da soli la prima volta. Bisogna iniziare il campo soprattutto nei primi giorni non quando il campo è appena iniziato in quanto le alleanze tra amici si sono già formate, né tanto meno partire prima della fine del campo perché i bambini potrebbero giudicare inutile diventare amici di un bambino.
Chiamate urgenti dal campo. Potrà capitare che vostro figlio vi chiami (la prima sera) chiedendovi di andare a prenderlo perché non si trovi bene. In quel caso non andate in ansia e cercate di rassicurarlo dicendo che è assolutamente normale che si senta un po’ triste perché non è abituato a stare fuori casa. Si sentirà meglio non appena passeranno due tre giorni. Se la cosa dovesse ripetersi , parlatene con il direttore, accertandovi che va tutto bene e cioè che il bambino non dia segni di eccessiva ansia: insonnia , improvvisa chiusura in se stesso, crisi di pianto, isolamento.
Dott.ssa Marina Timpa